Michel Foucault

Paul Michel Foucault è uno tra i maggiori critici e pensatori francesi della seconda metà del 1900. Figura solitaria ma eccentrica, stravagante ed eclettica, Foucault è un osservatore attento della realtà che fa di Nietzsche, con le teorie sullo storicismo e il superomismo, il suo vate ispiratore.

Nasce nel 1926 ma presto abbandona la sua famiglia, con cui mantiene sempre un legame conflittuale, per trasferirsi a Parigi. Studia psicologia e filosofia, incontra i grandi pensatori dell’epoca ma non è sereno: forse vive con disagio la sua omosessualità, tenta di suicidarsi diverse volte, si abbandona all’alcool e si a curare da importanti psichiatri.

Nonostante questa sua instabilità emotiva, le sue doti restano indiscusse e gli permettono di ottenere importanti incarichi presso prestigiose università in Svezia, poi in Polonia e in Tunisia, infine in Germania.

Nel 1960, pubblica la sua prima opera importante “Storia della follia in età classica”, a cui seguono “Le parole e le cose” e “L'archeologia del sapere”. Esprimono un'analisi archeologica dei processi di costituzione e di formazione del 'sapere' di un certo momento storico, in un certo luogo, per una certa disciplina.

Foucault si è sempre considerato uno sperimentatore in continua evoluzione, che scriveva libri solo per confutare le sue stesse tesi precedenti. Riteneva che il ruolo dell’intellettuale fosse quello di sollevare questioni e indurre alla riflessione e alla critica attraverso un sapere da vivere come esperienza.

La sua ricerca si basava sempre sullo studio dei processi di normalizzazione, ovvero su tutte quelle forme dell’occidente moderno che vogliono controllare gli individui e i loro corpi, nel tentativo di contenere tutte le forme di devianza rispetto alla norma costituita. Una chiara ribellione alle politiche del periodo e alle convenzioni, alle ideologie sociali degli anni settanta soprattutto.

Importanti sono anche gli studi di Foucault sulla sessualità: nel 1983 Foucault pubblica il volume “Storia della sessualità”.

Verso la fine dell’anno la sua salute inizia a deteriorarsi a causa dell’AIDS che lo affliggeva da tempo. Riduce così gli impegni per concentrarsi sull’altro volume della “Storia della sessualità”, che riesce a concludere nel giugno del 1984 cinque giorni prima di morire.
Con queste sue ultime opere diventa punto di riferimento del movimento gay e le sue teorie sulla sessualità diventano la base della queer theory degli ultimi decenni.