Storia della Corsica

La Corsica, nella sua evoluzione storica, è stata chiaramente influenzata dalla sua ubicazione geografica e territoriale.

La storia più antica vede questa meravigliosa isola come teatro di battaglie commerciale tra i navigatori fenici, etruschi, cartaginesi e greci, ma anche genovesi, pisani, francesi, spagnoli e inglesi non mancarono nella contesa.

Così se il mare doveva essere una risorsa per questa terra, per molti secoli è stato, invece, lo strumento per arrivarvi e conquistarla. C’è da dire anche che gli abitanti di questa terra si sono sempre faticato per mantenere la propria identità culturale, sociale ed economica.

Il periodo lunghissimo di colonizzazione a cui fu sottoposta l’isola lasciò strascichi nelle tradizioni e nella lingua. Nonostante la secolare occupazione greca e romana, non ci furono influenze culturali anche perché erano gli interessi commerciali a dominare nelle intenzioni di questi popoli.

Una volta caduto l’Impero Romano d’Occidente, l’Impero Bizantino non fece molta resistenza all’arrivo dei Barbari ostrogoti di Totila, dei vandali di Genserico e dei pirati africani.

A partire dal X secolo la Corsica divenne terra feudale di famiglie nobili liguri e toscane: è un epoca buia, tranne che per l’attività commerciale che allettò le pretese di molti navigatori pisani e genoani tra i quali il Papa decise di spartirvi il territorio.

Nei secoli successivi si susseguirono le battaglie tra i genovesi e gli abitanti del posto, capitanati dal celebre colonnello Sampireo rimasto eroe del posto. L’isola passò poi in mano ai francesi con Enrico II, re di Francia, che decise di muoversi per la conquista e lo spossessamento dei genovesi.

Si arrivò ad una nuova dominazione genovese con il Trattato di Cateau Cambresis, ma dopo la celebre Guerra dei Quarant’anni Pasquale Paoli capeggiò la rivolta che portò la Corsica all’indipendenza definitiva.